L’ultima novità annunciata da Google con il post di Bill Ready “It’s now free to sell on Google” sul blog ufficiale di Google riguarda la scheda Google Shopping e non si può negare che getti le basi per una grande rivoluzione nel settore delle vendite online con cui Google si pone come concorrente di Amazon ampliando l’offerta dei prodotti all’interno della scheda.
Scheda Google Shopping: cosa c’è di nuovo
Ma andiamo con ordine: nel post di Bill Ready si legge che questa novità è un mezzo per aiutare i commercianti, colpiti dagli effetti del Coronavirus e quindi costretti a mesi di chiusura, a vendere online.
Fino ad adesso la scheda mostrava (attenzione: in Italia continua tuttora a mostrare dato che la novità è stata lanciata per il momento solo negli Stati Uniti, mentre nel resto del mondo si parla di un “coming soon”) solo risultati sponsorizzati da inserzionisti attraverso Google Ads ma, sempre come dal post di Bill Ready, da ora in poi i rivenditori avranno la possibilità di andare ad inserire gratuitamente i propri prodotti all’interno di questa scheda. Per farlo basterà creare un feed di articoli e caricarlo all’interno di Google Merchant Center.
Scheda Google Shopping: perché non rinunciare alle sponsorizzate
Sicuramente starai pensando: “Quindi è sufficiente caricare i prodotti su Google Merchant per vendere?”
Diciamo che è un buon inizio, ma da solo non basta. Come si legge nell’articolo “Google Shopping diventa gratuito: più visibilità per i tuoi prodotti” di Gennaro Mancini e pubblicato sul blog di SeoZoom, la scheda Google Shopping continuerà a mostrare in una posizione di rilievo le sponsorizzate tramite Google Ads, inserendole a inizio e fine pagina, e successivamente restituirà i risultati organici.
Quello che consigliamo noi è sicuramente sfruttare le potenzialità che la novità mette a disposizione affiancandola a delle campagne Shopping su Google Ads.
Perché? Prendendo come spunto alcune riflessioni dell’articolo “ProBeat: As Google Shopping challenges Amazon with free listings, fraud is inevitable” di Emil Protalinski pubblicato su Venture Beat, crediamo che se la scheda Google Shopping nelle sue nuove vesti riuscirà a decollare e a porsi come il luogo in cui la maggior parte degli utenti ricerca prodotti da acquistare e li compara (chissà: forse al posto di Amazon?), gli inserzionisti Google Ads, comparendo per primi tra i risultati, avranno sicuramente una maggiore visibilità e, dunque, maggiori probabilità di conversione.