Shoppable ADS su Google Immagini

A circa un anno di distanza, Google rilancia un’idea di Instagram: gli Shoppable Ads nella ricerca per immagini.
Ancora in fase sperimentale e disponibili solo in 17 paesi1 – secondo Google dovrebbero essere disponibili in Italia a partire da inizio maggio – questa nuova tipologia di annunci appare tramite la ricerca per immagini. Un’intuizione corretta, se pensiamo che l’utente, sovraccaricato di messaggi pubblicitari, risulta essere maggiormente “colpito” – per usare un’espressione arcaica da Bullet Theory2 – da contenuti veicolati proprio tramite immagini e video.

Come funzionano: immagini con prodotti cliccabili

Gli Shoppable Ads non sono altro che immagini in cui gli inserzionisti inseriscono delle etichette-prodotto. Una volta cliccate, l’utente viene indirizzato verso una scheda prodotto del vostro sito dove può ultimare l’acquisto.

Se vendete vestiti, scarpe e accessori il vostro annuncio potrebbe essere una foto in cui una modella indossa il nuovo tailleur della collezione primavera-estate, accompagnato da una borsa e un paio di scarpe. Ciascuno di questi prodotti deve essere etichettato con nome, prezzo e indicazioni sulle spedizioni e linkato ad una pagina specifica.

Perché sfruttarle: le immagini di lifestyle ispirano gli acquisti in store fisici

La reason why ce la da Google: “Un terzo degli utenti che acquista durante i giorni festivi effettua una ricerca per immagini prima di andare a comprare in negozio. La crescita degli online influencers mostra come la tendenza sia quella di guardare alle immagini di lifestyle per cercare ispirazione3”.

Per rispondere a questo fenomeno emergente, di pari passo con gli Shoppable Ads, Google sta lanciando anche gli Showcase Shopping, dei caroselli con le immagini dei prodotti che verrà visualizzata nella parte alta della ricerca. In questo modo potrai mostrare varianti di prodotto, oppure i colori disponibili.


Glossario e fonti
1Fonte: “Connecting you to visual shoppers with new ad formats on Google Images” di Surojit Chatterjee, pubblicato su www.blog.google
2La Bullet Theory concepisce i messaggi veicolati attraverso i media, allora tramite i mass media, come strumenti per colpire – se vogliamo tradurre alla lettera “Teoria del proiettile” – un target distratto e passivo, facilmente malleabile e indirizzabile verso determinati processi di pensiero: da questa teoria deriva lo scetticismo di massa nei confronti della pubblicità. Ricordiamo che il clima in cui si sviluppa questa teoria è quello delle guerre mondiali, momento in cui i media e la pubblicità venivano impiegati dai regimi totalitari a scopo propagandistico. Questa teoria oggi è smentita dalle dinamiche introdotte dal Web 2.0, tra cui quelle di comunicazione bidirezionale e partecipata.
3Fonte: “Google Introduces Shoppable Image Ads” di Matt Southern, pubblicato su www.searchenginejournal.com